Thursday, October 5, 2017

Islanda on the road (parte 4): diario di viaggio e consigli per organizzare un itinerario fai da te

Jökulsárlón

Bentornati, bentornati miei adepti! Il viaggio delle meraviglie purtroppo è giunto alla sua ultima puntata (potete leggere le precedenti QUI, QUI e QUI), ma ho ancora tanti pensieri da condividere con voi.
Orsù, non tergiversiamo!

Mercoledì 31 agosto/giorno 6: ritorno a sud-est

Se ho serie difficoltà a scegliere quale sia stato il giorno più bello o la cosa più spettacolare che abbia visto, posso dirvi con certezza che a livello di guida la mattina e il primo pomeriggio del 31 sono stati abbastanza pesanti. Come vi anticipavo, non ci sono ponti o gallerie che taglino questa parte dei fiordi, quindi per arrivare da un punto all'altro bisogna seguire passo passo la costa. Il nostro intento, una volta partiti da Seyðisfjörður e aver bevuto trenta tazze di espresso gratuito della macchinetta dell'ostello (we, al bar costa quasi 4€, eh!), è quello di seguire i suggerimenti di Google Maps e raggiungere Höfn in 3.10 h, deviando dalla Ring Road prima di Djúpivogur. Già tre ore non sono pochissime, ma va bene lo stesso. Purtroppo, giunti alla deviazione vediamo tremila segnali del tipo "Pendenza massima", "Strada sterratissima che più sterrata non si può", "Dai scemi provateci se avete il coraggio con la macchina a nolo". Per farla breve, non ci sembra il caso di avventurarci oltre e proseguiamo sulla no.1, che sorpresa, sorpresa...è sterrata! E stavolta non c'entrano niente i lavori, è proprio così ad minchiam! I quaranta minuti successivi andiamo a passo di lumaca e tentiamo di evitare quanti più sassi possibile, alla fine arriviamo ad Höfn con quasi due ore di ritardo. Sono le ore più noiose della vacanza non solo per il tempo che ci mettiamo a percorrere il tragitto, ma anche perchè il paesaggio pur essendo bello dopo un po' è tutto uguale: mare da un lato, montagna dall'altro. Oltretutto, questo tratto è persino più desolato del corrispettivo ad est: nessun autogrill, niente pompe di benzina e ancora meno fattorie. Non vi dico di trovare una soluzione alternativa, non è che ce ne siamo pentiti, ma se fate un giro come il nostro sappiate che sarà la parte meno divertente (o almeno, per noi è stato così).
Entriamo in città e, diamine, che brutta! Sembra un posto anche abbastanza industriale, con diversi capannoni dove si lavora chissà cosa. Attanagliati dalla fame ci dirigiamo verso questo fast-food in cui, apparentemente, è celebre il panino con gli scampi. E le cipolle. E la paprika. Ok, ordiniamo due hamburger.
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